Cosa vuol dire essere insuperabili? Per Raffaele, essere insuperabile è aiutare gli altri nel gioco dando indicazioni, con pazienza, e senza arrabbiarsi. Aaron invece racconta che prima degli insuperabili anche lui voleva giocare a calcio ma non poteva, poi suo fratello gli ha parlato di questa squadra e ha incontrato nuovi amici, persone come lui, brave come lui. Ora riesce a farlo e ha coronato un sogno. Anche per Leo giocare a calcio con gli insuperabili vuol dire divertirsi e avere dei nuovi amici.
Secondo Valeria Conti, dell’ Insuperabili Reset Academy di Ivrea, essere insuperabili vuol dire che non ci si ferma davanti a nessun ostacolo.
Le Insuperabili Reset Academy, sono scuole calcio per ragazzi con disabilità cognitiva, relazionale, affettivo emotiva, comportamentale, fisica, motoria e sensoriale. Il Progetto nasce a Torino nel 2012 da Davide Leonardi ed Ezio Grosso, ispirandosi al modello inglese Football For Disabled. I due amici decidono di voler creare una squadra per la cognata di un amico affetta da sindrome di down, e dai 4 ragazzi iniziali oggi contano più di 650 iscritti sul territorio nazionale. La forza del progetto sta nel fatto che per la prima volta si è pensato fosse necessario creare un insieme di competenze per insegnare lo sport in base alla necessità dei ragazzi. Da questo nasce il metodo insuperabili, il team e le squadre organizzate per categorie secondo le tipologie di disabilità. Esistono 15 academy che lavorano con il metodo insuperabili in Italia. Centrale è la formazione per il team, alla base di una grande organizzazione.
A Ivrea gli iscritti sono circa 40 e l’Academy è stata fondata 3 anni fa. L’idea è che questa squadra sia una scuola di calcio a tutti gli effetti. Nell’academy eporediese il gruppo che coordina è costituito interamente da volontari, che si occupano di gestire il team e il rapporto con le famiglie, molto importante per il progetto. La scuola calcio prevede 2 allenamenti alla settimana per le 4 categorie rappresentate: Giovanissimi base, Berretti base, Primi Calci H&B base e Primi Calci Silver.
L’approccio insuperabili è la dimostrazione che anche nello sport, la disabilità è un disagio solo quando l’ambiente circostante diventa limitante, non lo è in sé. Con i ragazzi il team lavora con allenamenti personalizzati e con schede tecniche che permettono di migliorare le competenze di ogni atleta. Proprio per questo sono seguiti da diverse figure professionali: gli educatori, i mister e gli psicologi. L’acquisizione di autonomia è importante sia nello spogliatoio che in campo, i ragazzi insuperabili giocano anche in tornei lontani dalla loro sede e affrontano lunghi viaggi, a volte accompagnati solo dagli educatori. L’educazione allo sport passa, però, anche attraverso i genitori, con cui il team insuperabili ha uno stretto rapporto di collaborazione.
Noi siamo fortunati perché i genitori di questi ragazzi hanno una forza incredibile c’è chi arriva da molto lontano con anche difficoltà logistiche non indifferenti” dice Valeria.
Per quanto riguarda il bullismo e i commenti d’odio ci sono regole chiare all’interno della squadra. Infatti, quando i ragazzi entrano a far parte degli insuperabili vengono resi consapevoli del fatto che sia necessario mantenere un comportamento rispettoso verso gli altri compagni e gli avversari. Si fa squadra anche tramite questo, con momenti di riflessione negli spogliatoi in cui confrontarsi sulle regole, su quello che desiderano, e sugli obiettivi sportivi per imparare la costanza. Per loro il rispetto è importante e il progetto educativo che sta alla base lavora anche su questo.
Gli insegnamo che lo sport fa parte della vita, come la competizione, che però noi non viviamo come esclusione ma come condivisione e accettazione delle diversità. Ognuno porta con sé le proprie fatiche e la competizione deve essere prima di tutto una ricerca personale. Per la prima volta i ragazzi si sentono una squadra e anche se il momento più bello è sicuramente la coppa, la sensazione più bella è quella di appartenenza”.
Alcuni ragazzi riportano episodi di bullismo che avvengono in momenti diversi da quello sportivo, ad esempio a scuola. Il team lavora su questi temi durante gli allenamenti e nei momenti preparativi. Nel contesto sportivo hanno sempre riscontrato grande rispetto e spirito di accoglienza, che gli insuperabili.
Tra i progetti realizzati dall’Academy di Ivrea ce ne sono anche con i ragazzi delle scuole come “ Insuperabili Tra i Banchi di Scuola,” insieme al Liceo Scientifico Gramsci, sezione sportivo. Gli studenti dello sportivo hanno affrontato il tema della disabilità, perché è un argomento che può suscitare paura se non conosciuto a fondo. Anche con loro si è ragionato su come l’ambiente impone delle barriere, che una volta conosciute, possono essere superate. Attraverso questo percorso i ragazzi hanno potuto affrontare esperienze individuali di rapporto con la disabilità, in particolare riguardo al rapporto con l’autismo. Un ragazzo al termine ha detto: “ora capisco cose dei miei compagni che prima non capivo”.
I giovani sono sensibili e curiosi di conoscere” dice ancora Valeria “riconoscono il valore di chi è diverso. Ci capita di mostrare filmati degli insuperabili che giocano e i ragazzi delle scuole si stupiscono di quanto siano forti tecnincamente.”
Un altro progetto realizzato dalla squadra è “Integriamoci:” progetto di collaborazione con una squadra calcistica del territorio. Sono stati fatti due allenamenti condivisi: uno si è svolto sul campo degli insuperabili, uno su quello dell’altra squadra, sperimentando i metodi di insegnamento del calcio di entrambe le realtà. Durante gli allenamenti condivisi, c’è stato uno scambio tra team, tra allenatori e tra genitori. Al termine, c’è stata la partita.
Il momento più bello è stato quando tutti i ragazzi si sono trovati nelle proprie postazioni prima dell’inizio della partita e chiacchieravano, raccontando delle proprie esperienze sia a calcio che a scuola. Alla fine i ragazzi hanno chiesto: quando torniamo? Questa è la forza di questo progetto e dello sport, creare condivisione e avvicinamento” .
Ma non basta. La sede dell’Academy d’Ivrea è stata luogo di una giornata del torneo In Super Cup, a cui hanno partecipato 10 Academy provenienti da tutta Italia.
Anche a livello organizzativo siamo diventati degli insuperabili, per cui anche di fronte alle difficoltà una soluzione si riesce sempre a trovare. Questo non vuol dire improvvisare, ma lavorare ognuno al meglio nel suo piccolo, collaborando come una vera squadra.”
Gli Insuperabili Ivrea aderiscono spesso ad eventi sul territorio anche al di fuori del contesto sportivo, come il carnevale, oppure presenziano a spettacoli teatrali. Ad esempio, si sono occupati di accogliere gli spettatori e controllare i biglietti prima di uno spettacolo realizzato da ragazzi con disabilità al Teatro Giacosa di Ivrea. Dopodichè hanno anche potuto assistere alla performance teatrale, modalità diversa di aggregazione.
Quando si chiede a Valeria cosa la motiva e la fa rimanere appassionata a questo progetto, a cui partecipa come volontaria, lei risponde “Non ne riesco più a fare a meno, è come una famiglia, dove si fa un percorso insieme, ognuno è diverso e quando si condividono certe cose anche con i genitori si diventa amici, persino parte della stessa famiglia.”
È così anche per Giuseppe, Gianluca, Filippo, Luca, Martina e Leo. Quando si chiede, a fine allenamento, qual è la loro cosa preferita nell’essere un/una insuperabile tutti riportano questo senso di appartenenza e condivisione. Perchè siete una squadra? “Perché ci aiutiamo ed è bello, quando finiamo una partita ci corriamo incontro e ci abbracciamo,” dice Giuseppe. E non è forse proprio lo spirito dello sport: competere ma poi corrersi incontro dopo un obiettivo raggiunto?