Lo sport è salute, gioia, benessere. Se ci sono doping e violenza, non è più sport”.
Ha le idee chiare Silvio Tolu, 33 anni, calciatore nella Nazionale Crazy for Football e figura di punta nel mondo del calcio integrato nella squadra dei Fenicotteri di Oristano. Un passato complesso alle spalle, vittima di bullismo, una diagnosi di schizofrenia, l’impossibilità a proseguire gli studi, un periodo buio di solitudine e chiusura in se stesso. Eppure “Bisogna credere nei sogni” dice con semplicità “Nella vita si può uscire anche dalle situazioni più difficili.”
Il calcio è stato il suo sogno. Determinante l’incontro con il dott. Santo Rullo, psichiatra e fondatore della calcioterapia, che ha fatto nascere la prima squadra nazionale di calcio per ragazzi con disturbi psichiatrici. Visti gli ottimi risultati dal punto di vista terapeutico, la calcioterapia si diffonde in fretta anche fuori dai confini italiani, con la formazione di squadre in altri paesi. Silvio viene subito selezionato e diventa un elemento di punta della nazionale italiana che nel frattempo si afferma a livello internazionale, partecipando in Giappone ai primi mondiali di questa particolare categoria.
Lì il sogno diventa davvero realtà per Silvio e i suoi compagni di squadra, non vincono i Mondiali, arrivano terzi (nonostante un goal di Silvio), ma la vittoria si pone su altri piani e dall’esperienza della trasferta a Osaka ne nascono anche un libro e un film “Crazy for Football” che girano l’Italia e diffondono la sensibilità sul tema.
Nel calcio Silvio riesce a esprimersi al meglio – “Anche negli scacchi, in realtà” dice, che sono la sua seconda passione – riacquista fiducia in se stesso, perché è una cosa che sa davvero fare bene. Con i compagni di squadra poi “si crea una grande amicizia” e poco a poco tutta la vita riprende colore. Nella seconda grande occasione poi, i mondiali di Roma, arriva anche la vittoria. La nazionale italiana conquista il primo posto ed ora guarda con fiducia ed entusiasmo alla prossima tappa, i Mondiali in Perù nel 2020.
Visti gli ottimi risultati raggiunti da quattro anni Tolu diventa anche una figura di punta del Football Integrato, la nuova disciplina ispirata al calcio, al baskin e alla pallamano, costruita per mettere al centro la persona e basata su regole proprie in grado di dare spazio agli atleti di tutti i livelli. Nel Football Integrato si gioca a 5 con 4 porte e regole decisamente diverse, pensate perché diverse tipologie di disabilità e persone normodotate possano giocare insieme, esprimendo ognuno le proprie capacità e competenze. Le regole e i ruoli si adattano alla persona, non viceversa. La squadra dei Fenicotteri di Oristano, di cui Tolu è titolare, diventa una delle protagoniste della Carovana dello Sport integrato, che lo scorso anno ha girato in tutta l’Italia diffondendo i principi e le regole di questa disciplina sportiva, oltre ai temi dell’integrazione e del recupero terapeutico attraverso lo sport.
Proprio da poco i Fenicotteri di Oristano hanno avuto un incontro con il Cagliari calcio, con cui la squadra è gemellata, “sono emozioni e soddisfazioni enormi” dice Silvio “ giocare a fianco di grandi professionisti, di squadre di serie A”.
E come se non bastasse Silvio Tolu diventa anche arbitro, oltre che giocatore, perché questo gli permette “di capire meglio i diversi punti di vista in campo”, riprende a fare alcuni lavori e si presta a incontrare i giovani studenti nelle scuole della Sardegna per raccontare la sua storia e sensibilizzare contro bullismo e discriminazione. Ai giovani ripete di credere nei propri sogni, come ha fatto lui, e poi, qualunque siano gli ostacoli, “avanti tutta!” come gridano sempre tra loro in campo e come ognuno deve gridare a se stesso nella vita.