L’ottava trasmissione del ciclo “Odiare non è uno sport” è stata costruita a partite da una intervista fatta a Daniele e Federico, dirigenti dell’Atletico No Borders, di Fabriano (AN).
La squadra nasce nel 2016 dalla collaborazione tra alcuni ragazzi del “Laboratorio Sociale Fabbri” e le varie cooperative impegnate nell’accoglienza di richiedenti asilo nel territorio fabrianese.
Dopo due stagioni, e la vittoria conseguita nel campionato ACSI nella stagione 2017/2018, la squadra ha fatto un salto di qualità, competendo per la stagione seguente in serie D di calcio a 5.
Gli obiettivi sono comunque rimasti invariati: creare un ponte tra le vite dei migranti e quello della comunità locale, intendendo lo sport come un bacino di aggregazione, ma anche come un progetto di integrazione.
Sicuramente in questa fase i progetti dell’Atletico No Borders, come di altre società dilettantistiche, sono messi a dura prova dal Covid e dalla gestione che è stata fatta della crisi sanitaria da parte della governance dello sport.
Oltre a ovvi problemi di natura economica, si aggiungono le difficoltà di portare avanti progetti di integrazione, di contrasto all’odio e al razzismo e tutto l’insieme delle attività che contornano una realtà sportiva fortemente impegnata nel sociale.